Torre fiorenzana
La Torre fiorenzana, monumento più antico di Grono, risale al 1300. È un edificio in pietra di cinque piani a pianta quadrangolare, con spigoli rinforzati da lastroni e tetto a due spioventi. Sulle sue facciate si aprono varie finestre con volta ad arco centinate. Il portone è raggiungibile con breve scalinata, pure in pietra, a piano rialzato sul lato settentrionale. Si pensa che le lunghe mensole sporgenti sui due lati reggessero una loggia in legno, forse una bertesca con piombatoi. La Torre apparteneva alla famiglia De Sacco, uno dei più distinti casati del comune. Nei tre secoli scorsi i De Sacco, patrizi di Santa Maria in Calanca e di Cauco, ricoprirono posti distinti nella magistratura e nella milizia. Presero parte attiva anche nella reggenza del Comune e nell’ufficialità della Confraternita. Attualmente la Fiorenzana funge da rinomata location per esposizioni. Nel 1’800 venne rifatto il tetto mentre nel 1977 furono restaurati gli esterni.
La Cà rossa
Imponente costruzione risalente alla fine del XVI e del XVII secolo il 'Palazz ross', ora detto Cà Rossa, fungeva da casa patriziale. Di proprietà del Comune l'ex Palazzo Togni è oggi scuola e sede dell’associazione culturale Pro Grigioni Italiano. Gli interni sono contraddistinti da stanze storiche e pregevoli soffitti in stucco con cornici decorative a ornare gli spaziosi locali con dipinti di ninfee e putti, allegorie e scene mitologiche o bibliche. Nel salone al piano superiore vi è una stufa in pietra ollare del 1722.
La Casa comunale
La Casa comunale di Grono fu edificata nel 1865. Per anni, fino alla costruzione del palazzo scolastico progettato da Raphael Zuber nel 2011, funse anche da sede scolastica per le lezioni delle classi elementari. I servizi di Cancelleria del Comune aggregato sono attualmente centralizzati alla Casa comunale di Grono. La sala Municipio, dov'è custodita la vecchia 'scrana' degagnale, ospita le riunioni settimanali dell'esecutivo comunale.
Il Ponte del Ram
Costruzione in pietra a due arcate il Ponte del Ram è stato edificato alla fine del 1400 su volontà di Gian Giacomo Trivulzio per facilitare il passaggio sul fiume Calancasca. Si presume che il nome derivi dal nome dal nuovo alveo della Calancasca, allora chiamato il Ram. Nel 1800, con i lavori di allargamento cui fu sottoposto, divenne fondamentale per il transito di carri e carrozze.
La chiesa di San Clemente
La chiesa di S. Clemente appartiene al ciclo romano più antico, il primo riferimento nei documenti storici risale infatti al 1219. Secondo le tradizioni questa sacra costruzione, a navata unica e soffitto a cassettoni, doveva essere una copia in piccolo della Basilica di San Clemente a Roma. Fu restaurata e ampliata nel periodo tra il 1656 e il 1666. A partire dal 1684 i padri Cappuccini, parroci di Grono, apportarono notevoli cambiamenti alla chiesa. Due le testimonianze degne di note nella chiesa di S. Clemente: l’altare maggiore di stile gotico e, sempre nel coro, due vetrate del 1561 raffiguranti i Santi Rocco e Sebastiano patroni della Confraternita e i Santi diocesani Lucio e Florino, i Santi Pietro e Paolo e un papa (San Clemente). Nel 1700 le piene del Rià di Mort, che scende tra Castaneda e Calone, arrecò vari danni la chiesa.
La chiesa di San Bernardino
In origine la Chiesa di S. Bernardino era una cappella risalente presumibilmente nei primi anni del XV secolo. Restaurata e ampliata nel 1660 venne dedicata ai Santi Bernardino da Siena e Carlo Borromeo. Il campanile venne costruito in principio del 1800 sotto la supervisione delle Consorelle della Dottrina cristiana.
La chiesa di San Nicolao
Si dice che in questa chiesa, costruita dai De Sacco allo sbocco della strada di Verdabbio sulla Cantonale e demolita nel 1881 dal proprietario del fondo sulla quale sorgeva, si rifugiasse la povera gente per sfuggire alle piene minacciose della Calancasca. L'altare gotico è stato conservato nel Museo retico di Coira.
La cappella di San Gerolamo
La cappella di S. Gerolamo è stata costruita intorno al 1500. Risparmiata in più occasioni dalle piene della Calancasca questo monumento religioso situato tra prati e vigne all’estremo lembo sud-ovest del paese annovera un pregevole quadro di S. Gerolamo. L'opera, della scuola lombarda del XVI secolo, andò distrutta nel passaggio a Grono delle truppe del generale Claude-Jacques Lecourbe che comandò l'ala destra dell'esercito elvetico ritardando l'avanzata del generale russo Suvorov sul Gottardo e assicurando così la vittoria dei francesi a Zurigo. Fu oggetto di lavori di restauri nei primi anni del XIX secolo.
La cappella dell’Addolorata
La cappella dell'Addolorata fatta costruire nel 1760 dalla famiglia Nisoli e distrutta nel 1834 dall'alluvione della Moesa, sorgeva sulla destra della Moesa nei pressi del ponte d’Oltra.
La cappella della Val Grono
Situata a metà montagna sul sentiero chiamato 'Strada dei morti' la cappella della Val Grono è stata costruita verso il 1500 e dedicata alla Madonna del Carmelo. Funse, un po' come la chiesa S. Nicolao, quale rifugio di passanti. Ogni anno, nella terza domenica di luglio, saliva la processione per celebrarvi la messa alla quale seguiva la benedizione degli alpi.
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